Crescere è un gioco da ragazzi... anzi, da bambini!

Giocando s’impara. I bambini lo sanno (e anche le maestre) che il gioco è il mezzo per esplorare e scoprire il mondo che ci circonda. L’importante è avere a disposizione gli strumenti giusti, quelli adatti alla fascia d’età in cui si trova il bambino.

 

Ma cosa possono fare i genitori per agevolare questo percorso d’apprendimento fin dai primi mesi di vita?

La dottoressa Adriana Orlando, psicologa e coordinatrice al nido aziendale dell’aeroporto militare “Francesco Baracca” di Roma (gestito dalla Cooperativa Gialla), ci dà qualche indicazione utile.

Dottoressa Orlando ogni fase della crescita ha bisogno dei suoi stimoli. Proviamo ad andare per tappe: cosa serve a un neonato e i genitori come possono stimolare il piccolo?

Fin dai primi giorni dalla nascita il neonato comincia a sviluppare le sue abilità cognitive e motorie. I neonati hanno bisogno di ricevere degli stimoli per iniziare ad interagire con il mondo che li circonda: è così che si sviluppano le opportunità migliori per lo sviluppo fisico, intellettuale e sociale. Per far sì che tutto ciò avvenga c’è bisogno dei genitori che possono stimolare i figli in questa prima fase attraverso i sensi. Il neonato, fin da subito, apprezza suoni e musica, per cui si possono utilizzare oggetti semplici come la giostrina sulla culla, un carillon, sonagli o pupazzi con musiche diverse.

 

Dopo i 4/6 mesi il bambino è molto attento e curioso, vorrebbe toccare, assaggiare…

In questa fase il bambino inizia la scoperta delle sue manine, portandosele alla bocca, insieme agli oggetti, osservandone il movimento attraverso la manipolazione e imparando così ad afferrare e toccare. Proprio in questo periodo nasce il bisogno del peluche del cuore, ovvero l’oggetto transizionale da portare sempre con sé. Gli oggetti della vita quotidiana sono i più interessanti, come il cucchiaino di plastica o i cuscini morbidi. La loro attenzione viene attirata anche dalle stoffe colorate, preparare il “cesto dei tesori”, in questa fase è fondamentale, alimenta la loro curiosità ed il loro stupore.

 

Tra i 12 e i 18 mesi i piccoli cominciano a imitare quello che vedono intorno a loro…

Questa è la fase dove i genitori rimangono sorpresi e soddisfatti nel vedere i loro figli giocare, potrebbero passare ore incantati ad osservarli. I bambini sono in grado di produrre ed emulare scene di vita quotidiana, come dar da mangiare alla bambola oppure spingere il passeggino oppure portare il bicchiere a mamma e papà, facendo finta di bere.

 

E dai 2 anni passano invece al cosiddetto “gioco parallelo”. Di cosa si tratta?

È il gioco da solo ma in parallelo con altri bambini. Sembra che stiano giocando insieme ma ognuno porta avanti il proprio gioco, poiché il bambino non è ancora in una fase egocentrica. Il bambino gioca in modo indipendente, ma sceglie di eseguire delle attività che lo portano in mezzo agli altri. Usa gli stessi giochi, non vuole influenzare ed essere influenzato dagli altri. Si tratta di un’attività giocosa di ripasso, ovvero emula e ripete quanto interiorizzato in precedenza.

 

Dai 3 anni inizia un vero e proprio cammino verso l’autonomia: i bambini sono capaci di giocare da soli. Quali giocattoli possono mettere a disposizione i genitori e come possono partecipare ai giochi del figlio?

Dai 3 anni in poi avvengono dei cambiamenti importanti non solo per la crescita ma anche per la personalità. I genitori possono mettere a disposizione dei figli e dividere con loro giocattoli che permettono di migliorare e rafforzare le abilità, le regole e rispettare i turni. I giochi possono essere memory, basket da tavolo o puzzle. La relazione genitore/bambino che si viene a creare nel gioco è un’occasione unica, che permette di rafforzare il legame e la complicità.

 

Maschi e femmine: i giocattoli vanno differenziati?

Il gioco deve essere adatto all'età del piccolo, il bambino deve sentirsi adeguato e capace di usarlo per non creare frustrazione. I giocattoli non vanno assolutamente differenziati in base al sesso dei bimbi. Le bambole stimolano le abilità comunicative e introspettive, la cura e l’altruismo. Mentre le costruzioni sollecitano la manualità ed aiutano a risolvere i problemi. Se maschi e femmine giocano con gli stessi giochi lo fanno in modo diverso, scelgono materiali diversi ed hanno dei tempi di durata diversa. La differenza dei giochi maschili o femminili a tutti i costi è solo una rigidità mentale che, alla fine, può condizionare o limitare.

(I.C.)


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