“Fino ai tre-quattro anni di età le strutture di base di una lingua si fissano nel cervelletto e vi restano per sempre. Se un bambino impara a percepire e a distinguere i suoni caratteristici di un idioma, non rischierà, crescendo, di diventare sordo a quei suoni e a differenze quasi impercettibili” - Paolo Balboni.
Già a un anno un bambino può essere messo nelle condizioni di esplorare altre lingue: ascoltando musica e storie, giocando. In questa fase non è importante che il bambino capisca: è importante che impari a percepire i suoni, e a distinguerli da quelli della lingua madre. La fonetica, in questa fase, è più importante di ogni regola grammaticale o sintattica.
Fondamentale è la costanza: a questa età è molto più utile mettere il bambino a contatto con una nuova lingua per una ventina di minuti al giorno piuttosto che per tre ore una o due volte alla settimana, i risultati saranno progressivi ed evidenti negli anni successivi. Le diverse ricerche attivate in questo campo (università di Berlino in collaborazione con l'università Vita-Salute S.Raffaele di Milano), dimostrano che gli anni migliori per l'apprendimento di una lingua straniera, vanno dalla nascita ai sette-otto anni di età del bambino, periodo in cui si conclude la messa a punto del sistema nervoso. Fino a quel momento, il cervello presenta una certa "plasticità" che consente al bambino di apprendere con estrema facilità una o più lingue straniere (Wilder Penfield, 1891-1976, neurologo canadese). Un bambino che non utilizza ancora la scrittura, non si porrà mai il problema se la frase "here you are" è composta da più parole oppure rappresenta un'unica parola; per lui vorrà dire "tieni" (una matita, un giocattolo...). In questo modo, il bambino, imparerà a riconoscere la frase e, quindi, ad usarla senza tradurre parola per parola, come tendono a fare i bambini più grandi e gli adulti.
Al fine di introdurre l’apprendimento dell’inglese in modo ludico e divertente le educatrici tutte le mattine svolgono una routine in lingua (l’igiene) e indicano al bambino le parti del corpo in inglese. Prima di andare in bagno per introdurre la routine del cambio i bambini cantano una canzoncina in inglese (This is the way we wash our hands - family fingers - my eyes, my nose, my mouth, my ears). La forza del progetto sta nel fatto che sono le “loro” educatrici a parlare ai piccini e non persone sconosciute che impiegherebbero del tempo per farsi conoscere e mettere a loro agio i bambini. Il laboratorio linguistico rappresenta il primo contatto dei bambini con la lingua straniera. E’ dimostrato che nei primi anni di età l’apprendimento delle lingue straniere è reso più facile e immediato in quanto il sistema nervoso e il cervello sono ancora “flessibili” e in continua formazione, inoltre nei bambini non sono ancora presenti schemi linguistici legati alla scrittura. L'apprendimento di una lingua straniera in età così precoce sviluppa inoltre nei bambini capacità logiche e una maggiore elasticità mentale. Il primo contatto con la lingua inglese sarà presentato ai bambini di 2 e 3 anni attraverso la realizzazione di attività ludiche come giochi di manipolazione, canzoni, filastrocche. Il laboratorio viene realizzato da un’insegnante madrelingua coadiuvata dall'educatrice del nido che, in quanto figura di riferimento, deve essere presente per permettere ai bambini di sentirsi sicuri e di poter giocare nei laboratori linguistici in modo sereno. Le parole straniere saranno associate a colori, suoni e immagini e verranno proposte all'interno di attività di gioco. Dopo aver acquisito i primi suoni la lingua straniera viene progressivamente e gradualmente proposta anche nelle altre attività e momenti della giornata (la canzone di inizio mattina, il pranzo, il cambio, la nanna…) per diventare man mano per i bambini un “suono” familiare e spontaneamente riproducibile.